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08 May 2024 - Year XXVIII
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FORUM of Shipping
and Logistics

ASSEMBLEA ANNUALE DELLA

CONFEDERAZIONE ITALIANA ARMATORI

Roma, 7 - 8 maggio 1997

Intervento del Presidente, Paolo Clerici



Signor Ministro, Onorevoli Parlamentari, Autorità, Colleghi, Signori e Signore,

si legge ogni tanto sui giornali " il Signor X fece un discorso con voce rotta dall'emozione": sarà sicuramente il mio caso. D'altra parte ereditare lo scettro di una confederazione così importante da presidenti come Aldo Grimaldi e, prima di lui, come Antonio D'Amico, Voi ben comprenderete, non è sicuramente facile.

Innanzi tutto vorrei ringraziare il dott. Grimaldi per le gentili parole che ha detto nei miei confronti e vorrei anche ringraziarlo per il lavoro che ha svolto, lui, la sua squadra (di cui io ho avuto l'onore di far parte), tutto il Consiglio, il Comitato Esecutivo, la struttura, il Direttore Generale.

Mi sembra doveroso da parte di un nuovo presidente fare alcune considerazioni e soprattutto esporre il proprio pensiero riguardo quelle che saranno le linee della nuova presidenza. D'altra parte il rischio di un nuovo presidente, è di fare promesse e poi, anche per fattori esterni, non poterle mantenere. Non ho dunque intenzione di fare promesse se non per quanto riguarda il massimo impegno mio e della mia squadra - che abbiamo costituito ieri con alcuni rinnovi e alcune conferme- per il raggiungimento degli obiettivi che ci proponiamo di conseguire durante il nostro mandato. Credo sia un'ottima squadra, a cui auguro buon lavoro.

Operiamo in un contesto in cui

la globalizzazione dei mercati a livello mondiale è ormai una realtà non certo reversibile;

le aggregazioni in tutti i settori, compreso quello marittimo, sono all'ordine del giorno

la conseguenza che questo comporta è una maggiore competizione, da cui deriva la necessità di maggiore competitività e maggiore massa critica .

L'EUROPA

Personalmente sono un convinto europeista e non da oggi; non credo, anzi sono sicuro di non essere un fanatico europeista.

Cosa voglio dire? Io non credo che si debba entrare nell'Unione Monetaria Europea a tutti i costi. Dico anche che se la maggioranza, e ripeto la maggioranza, dei paesi che parteciperanno all'Unione Monetaria decideranno di rimandarla, per breve tempo, l'Italia non potrà fare altro che seguirli.

Credo anche però che non possiamo neanche lontanamente pensare di essere noi, l'Italia, a condizionare ne' i contenuti ne' le date di questa Unione Monetaria.

D'altra parte, io credo che dobbiamo vedere la Moneta Unica non solo come una necessità, ma anche e soprattutto come una grande e irrinunciabile opportunità per il nostro Paese.

Mi auguro dunque che non solo l'Unione Monetaria si faccia, ma che questo avvenga nei tempi e nei modi stabiliti negli accordi di Maastricht e naturalmente l'Italia ne faccia parte sinb dall'inizio.

L'ITALIA

Il nostro Paese, più degli altri paesi europei, è in fase di transizione politica, economica e sociale.

Agli inizi di questo secolo è cominciata la trasformazione di un'economia prevalentemente agricola verso una prima industrializzazione, che si è ulteriormente rafforzata fra le due guerre poi si è consolidata, soprattutto per quanto riguarda le piccolo-medie imprese, dopo il 1945.

Credo però che alla soglie dell'anno 2000 sia in atto la terza trasformazione importante del nostro Paese. Quindi dobbiamo affrontarla per tempo e con tutti gli strumenti necessari.

Le nostre aziende hanno importanti potenzialità e lo hanno ampiamente dimostrato, ma sono frenate da parecchi handicap:

un costo del denaro superiore alle altre aziende europee;

un'imposizione fiscale assolutamente non compatibile con i conti delle nostre imprese;

una presenza dello Stato nell'economia assolutamente spropositata rispetto alle reali necessità;

un "welfare-state" non più sostenibile, almeno così com'è strutturato oggi.

Tutto questo deve essere considerato nel contesto di un nuovo fenomeno, che ritengo molto importante, e che si sta verificando in tutto il mondo: la politica ha assunto, ha dovuto assumere gli stessi tempi dell'economia.

Se questo è vero per la maggior parte dei paesi industrializzati, ahimè, non è ancora vero per l'Italia.

Vi sono alcuni timidi segnali che questo possa cambiare, ma quello che personalmente più mi preoccupa, sono i tempi di reazione che vedo estremamente lenti e, in alcuni casi, quasi inesistenti.

Ed ora veniamo al nostro settore: l'industria armatoriale

Ribadisco: "industria armatoriale", perché siamo e vogliamo essereindustriali.

Quando si parla di trasporti e infrastrutture si legge di aerei e aeroporti, di treni e talvolta di stazioni ferroviarie, ma assai raramente di porti e quasi mai di navi se non, ogni tanto, di traghetti, naturalmente solo in caso di scioperi , generalmente, nel periodo di luglio e agosto e ovviamente solo di quelli con destinazione Sardegna, Sicilia o Elba.

Questa visione dell'industria marittima da parte dei mass-media, e purtroppo non solo da parte loro, è a dir poco riduttiva, per non dire alquanto deprimente per coloro che investono, operano e vivono per il mare o sul mare.

Non mi riferisco solamente agli armatori, bensì a tutte le altre categorie produttive del sistema marittimo ed a coloro che in questo comparto esercitano la loro attività: maestranze dei cantieri, naviganti, lavoratori del terziario, dei porti, ecc.

Dobbiamo chiederci perché ci sia questa, a dir poco, limitata visione del nostro settore.

Io credo che questa sia la conseguenza dello scarso interesse da parte del Paese e delle istituzioni verso la marineria.

Ma probabilmente, e me lo auguro, lo scarso interesse deriva dalla scarsa conoscenza. E qui noi armatori non possiamo non ammettere di avere una grande parte di responsabilità.

Siamo stati più di altri rinchiusi nei nostri uffici, pensando solo al nostro lavoro e non reputando necessario pubblicizzarlo.

Ma dobbiamo renderci conto che, alle soglie del 2000, la conoscenza anche da parte del grande pubblico è diventata indispensabile per qualsiasi attività.

Siamo in democrazia, e la democrazia richiede ampi consensi.

Come possiamo avere ampi consensi se la stragrande maggioranza del nostro Paese non conosce le nostre attività?

E poi, come facciamo a chiedere alle istituzioni decisioni rapide ed efficaci se queste non hanno bene in mente i nostri problemi?

Dobbiamo, e vogliamo, rimediare a questa mancanza di informazioni da cui deriva la non conoscenza del nostro settore.

Siamo e vogliamo essere credibili. Per essere credibili dobbiamo essere visibili, e per essere visibili dobbiamo essere trasparenti.

Noi siamo pronti a seguire questa nuova rotta e a dare maggiori informazioni sulla nostra attività.

D'altronde nel recente passato qualche importante passo in avanti l'abbiamo già fatto, per esempio, la costituzione e l'avvio dell'attività della Federazione del Mare.

Confitarma la volle fermamente alcuni anni fa.

E' la prima volta in Italia che le varie componenti imprenditoriali del sistema marittimo hanno costituito un organo permanente per iniziative di interesse generale. Questo strumento dovrà essere ulteriormente rafforzato perché, tra l'altro, comuni sono i soggetti istituzionali che si rapportano alle diverse Associazioni di categoria del sistema marittimo.

La Federazione, sin dalla sua costituzione, ha operato attivamente attraverso i suoi associati:

i Cantieri italiani hanno ulteriormente impresso alle loro produzioni elevati standard di qualità particolarmente accentuati e riconosciuti nel settore delle navi passeggeri;

i Terminal Operators, sino a pochi anni fa confinati in porti non di primaria importanza, con la riforma portuale, ancorché imperfetta, hanno potuto cominciare ad assumere nuove importanti iniziative;

i Costruttori di navi da diporto hanno contrastato la ghettizzazione che li vorrebbe ridurre ad un'attività elitaria, anziché ad una popolare e formativa attività del tempo libero e come tale meritoria di attento interesse e fonte di importanti introiti da parte dello Stato;

l'Armamento italiano, pur operando in condizioni di assoluta inferiorità rispetto alla concorrenza, ha effettuato elevati investimenti che hanno consentito ai cantieri stessi, agli operatori portuali, al terziario specializzato (agenti marittimi, brokers, assicuratori, ecc.) di conservare una qualificata clientela nazionale ed internazionale.

Tutte questa categorie, alle quali va aggiunto il rilevante settore ittico, hanno preso maggiore coscienza della propria importanza, della propria dignità di forza produttiva, delle interconnessioni esistenti fra tutte le attività marittime.

Questa unione dello Shipping è però solamente in parte riflessa sul mondo della rappresentanza delle parti sociali.

Con Confindustria esiste una collaborazione nei Comitati Tecnici, in seno alla Commissiona Economia Marittima e nel Comitato Utenti. Le tesi armatoriali sui trasporti marittimi sono state inoltre integralmente recepite nel recente documento confindustriale sul rinnovamento del sistema dei trasporti italiani.

Manca ancora, ma speriamo per poco, una rappresentanza del mondo marittimo negli Organi direttivi. (Questa frase l'avevo messa prima di aver avuto modo di parlare oggi con il Presidente Fossa, che mi ha personalmente confermato che questa confederazione entrerà in Giunta entro il mese di maggio, per cui il mondo marittimo avrà una sua rappresentanza in Confindustria.)

Ma il problema della cultura marittima va portato avanti anche sul piano europeo.

La Commissione Trasporti della Comunità ha messo a punto il documento programmatico noto come Rapporto Kinnock sul trasporto marittimo. La stessa Commissione sta per approvare e diramare le linee definitive sulle misure per i trasporti marittimi. Questi documenti consentiranno anche alla politica marittima italiana di avere riscontri certi in Europa e di poter impostare progetti a medio/lungo termine, anziché adottare interventi troppo condizionati dalla specificità delle situazioni nazionali contingenti.

Ed è proprio nei documenti comunitari che troviamo chiari riferimenti alla "estrema mobilità" ed alla assoluta globalità dell'industria armatoriale, specie di quella che svolge traffici internazionali ed alla necessità quindi di particolari politiche da parte degli Stati dell'Unione che evitino, non solamente la delocalizzazione delle imprese e delle flotte europee, ma soprattutto la perdita del know how marittimo, che non significa solamente la perdita dello "ship-management", ma di tutto quel terziario altamente specializzato al quale ho fatto cenno parlando della Federazione del Mare.

Il mare per noi armatori significa non solamente comprendere nei suoi termini storici, politici, sociali ed economici che cosa rappresenti per l'economia di un Paese come il nostro avere una fiorente attività marittima, ma significa confrontarsi quotidianamente con le soluzioni adottate dai concorrenti nel mercato globale e cioè ricercare nel mondo dove finanziarsi, dove costruire, dove localizzare l'impresa, dove la nave, dove la gestione, dove gli equipaggi, in quale branca di trasporto proiettare gli investimenti.

Fondamentali per queste scelte sono pertanto le normative trasparenti nei contenuti e certe nel tempo che in Italia dovranno essere adottate per gli investimenti e per la gestione navale.

COSTRUZIONI NAVALI

Il disegno di legge sulle costruzioni navali, già approvato dal Senato, segue un corso chiaramente indicato dalle direttive comunitarie e condiviso da tutte le parti politiche per cui ritengo ed auspico che anche la Camera possa rapidamente deliberarlo dando le necessarie certezze agli investitori ed ai cantieri.

Diverso è il discorso per il 1998 perché in mancanza di accordi in sede OCSE l'Unione Europea dovrà rifondare una nuova politica sulle costruzioni navali le cui direttrici saranno dibattute nel secondo semestre di quest'anno.

TRAFFICI INTERNAZIONALI

Aldo Grimaldi ha già riconosciuto al Ministro Burlando ed alle Organizzazioni Sindacali (che come noi hanno sottoscritto il Protocollo d'intesa del 5 novembre 1996 ) il merito di aver assunto ed avallato questa iniziativa.

A questo riguardo devo dire la mia emozione, perché il Ministro Burlando mi ha dato, il fascicolo n.3667 della Camera dei Deputati, in cui c'è il nostro disegno di legge.

Grazie, Ministro Burlando! Mi associo volentieri a questo riconoscimento che spero di poter estendere a tutte le parti politiche in occasione dell'iter alla Camera dei Deputati ed al Senato.

Mi preme però fare una precisazione importante sul progetto del Registro Internazionale: l'armamento non ha chiesto aiuti compensativi, bensì la possibilità di operare alle stesse condizioni, quantomeno, della concorrenza europea.

Ritengo infatti, che ogni tipo di assistenzialismo non risolve sul lungo periodo il problema degli stessi assistiti. Solamente l'introduzione di un mercato liberalizzato consente alle imprese di sviluppare politiche di largo respiro e di dare la sola efficace risposta al rinnovamento e all'ampliamento della forza lavoro e dei livelli occupazionali.

Il Sindacato ha, come suo dovere, prospettato le preoccupazioni occupazionali che sono state da noi riconosciute.

Per salvare l'occupazione ci sono stati proposti determinati abbattimenti fiscali ed oneri sociali. Deve essere chiaro che queste misure sono essenzialmente finalizzate a salvaguardare l'occupazione dei marittimi italiani.

Per questo noi consideriamo il disegno di legge sul Registro internazionale come l'unico compromesso realistico possibile in questo particolare momento, ma sarà nostra cura prospettare alle Istituzioni ed al Sindacato soluzioni diverse, qualora il monitoraggio che verrà effettuato dall'Osservatorio del mercato del lavoro marittimo ne dimostri la possibilità e/o la necessità.

L'armamento non vuole venire meno alla corretta filosofia imprenditoriale basata sulla concorrenza, che costituisce la linea portante della nostro politica.

In relazione all'occupazione del personale marittimo italiano, è necessario adottare provvedimenti che prendano origine da un'analisi rigorosa dei problemi che affliggono il settore, anche se tale analisi potrà risultare impopolare.

Vorrei fare una proposta al Sindacato: di avere un tavolo comune; poichè abbiamo già rilevato una veramente rinnovata attenzione e voglia di approfondire i problemi con la nostra Confederazione, propongo di continuare questo tavolo, per un ulteriore approfondimento non solo sulla situazione di oggi, ma anche su quella di domani.

La preoccupazione della Confederazione infatti è di non trovare uno sbocco, soprattutto in futuro, a tutta quella forza lavoro a cui invece vorremmo trovare sbocco.

Io credo che il primo dovere di un imprenditore sia fare profitti per la propria azienda, ma credo anche che il suo secondo dovere sia di dare occupazione. Per cui chiediamo a tutte le istituzioni interessate di darci gli strumenti per poter dare questa occupazione.

Credo che in Italia abbiamo del personale marittimo eccezionale; dobbiamo anche renderci conto però che, come dimostrano alcuni studi internazionali, già oggi, ma soprattutto in futuro, avremo carenza di mano d'opera specializzata, come d'altronde in tutti i settori, ed un esubero di mano d'opera meno specializzata.

Vediamo tutti insieme di fare uno sforzo per qualificare ed adeguare i nostri marittimi al massimo delle qualifiche, perché solo così, secondo me, potremo non solo dare lavoro a tutte le persone che ce lo chiedono, ma anche, in alcuni casi, esportare lavoro su altre navi non necessariamente italiane.

Sul Secondo registro vorrei fare ancora due considerazioni.

La prima è che la riforma della navigazione internazionale è precondizione dello sviluppo dell'intero sistema marittimo, che in massima parte ruota attorno alla flotta mercantile.

La seconda è che il conseguimento di profitti da parte delle nostre aziende condiziona la possibilità di rafforzare la struttura finanziaria delle imprese armatoriali, se vogliamo attirare capitali di rischio e favorire lo sviluppo del settore.

La dimensione familiare di molte delle nostre imprese armatoriali rappresenta un limite oggettivo alla possibilità di sviluppo, dato l'elevato impegno finanziario richiesto per gli investimenti navali. Non mancano invece in Europa esempi di legislazioni che addirittura incentivano il risparmiatore privato ad investire nel settore armatoriale, proprio per agevolare il reperimento di capitali al di fuori del normale circuito creditizio e credo che anche questa normativa dovrà essere oggetto di approfondimenti.

Al riguardo mi impegno in breve tempo a formulare proposte concrete.

CABOTAGGIO

Innanzitutto, vorrei chiarire che, quando questa Confederazione parla di cabotaggio, si riferisce al suo insieme e non solo ai traghetti, che ne rappresentano certamente una parte importantissima, ma non sono l'unica parte. Ci sono altre navi che trasportano prodotti petroliferi, gassosi e chimici, merci varie e container: tutte fanno parte del cabotaggio, che quindi deve essere considerato un tutt'uno.

Vorrei ricordare alcuni fatti già citati dal dott.Grimaldi.

E' prevista dall'Unione Europea la liberalizzazione totale per il 1999.

La Grecia ha avuto a suo tempo una deroga sino al 2003.

Esiste, in alcuni settori, una sovrapposizione fra armamento pubblico e armamento privato.

Occorre, pertanto, individuare gli obiettivi per fronteggiare questa situazione.

Un primo obiettivo deve essere che, se determinati Paesi europei vietano il cabotaggio nei loro porti per pregresse deroghe europee, essi non possono, per il principio di reciprocità, entrare nei nostri mercati finché noi non possiamo entrare nei loro. Mi sembra ovvio.

Un secondo obiettivo riguarda il trattamento degli equipaggi, che non può e non deve costituire un elemento di alterazione della concorrenza, ma deve rispettare le norme introdotte dallo stesso trattato che ha imposto la liberalizzazione. E' evidente, infatti, che il costo eccessivo della gestione armatoriale, derivante dal nostro sistema fiscale e parafiscale, costituirà un problema al momento in cui la piena apertura della riserva di cabotaggio nazionale alle flotte di tutti gli stati dell'Unione Europea avvicinerà anche questo particolare mercato, sinora protetto, alle condizioni del mercato internazionale. Occorrerà pertanto che l'Italia sia pronta ad avvalersi appieno e con la necessaria determinazione delle misure di salvaguardia che le stesse norme europee prevedono, subordinando lo svolgimento del cabotaggio alla condizione di assoggettarsi alla normativa dello Stato ospitante, e quindi ai relativi vincoli. Credo che su queste politiche si può creare un collegamento stretto fra Confitarma, Finmare e Fedarlinea, favorito anche dalla recente adesione di quest'ultima alla Federazione del Mare.

Un terzo obiettivo consiste nel chiarire in modo trasparente e definitivo il sistema di sovvenzioni al pubblico, così da verificare da una parte la tesi di chi sostiene che su talune rotte le sovvenzioni costituiscano una forma di illecita concorrenza all'armamento privato e, dall'altra parte, le tesi di coloro che sostengono invece che l'armamento pubblico utilizzi le sovvenzioni solamente su quelle rotte o in quei periodi dell'anno che renderebbero per chiunque impossibile il pareggio del bilancio.

Sono sicuro che il management della Finmare comprenderà perfettamente questa necessità, senza trincerarsi dietro la politica delle Convenzioni, che saranno comunque poste in discussione dalla prossima liberalizzazione.

Chiediamo al Ministro Burlando, che sta avviando a soluzione il problema dei traffici internazionali, di aiutarci a risolvere anche e per tempo il problema del cabotaggio.

PRIVATIZZAZIONI

Non ho fino a questo momento parlato di privatizzazioni.

Esistono a questo riguardo gli impegni assunti dal Governo italiano con il Commissario per la concorrenza Van Miert, per lo specifico settore marittimo, e vorrei intanto vedere questo processo realizzato in tempi brevi, almeno per le società che effettuano traffici internazionali (parlo dell'Italia e del Lloyd Triestino), anche perché mi risulta che importanti istituzioni finanziarie che hanno ricevuto specifici mandati da primari gruppi nazionali ed internazionali, molto interessati a trovare accordi con queste società, comincino a nutrire forti dubbi sulla reale volontà di privatizzare.

Signori, rendiamoci conto che il mondo non aspetta noi !

Questi grossi gruppi internazionali e nazionali possono trovare altre alternative: da più di un anno si parla di queste due aziende e credo sia nostro dovere, se non un diritto, chiedere al Governo (non possiamo chiederlo alla Finmare, perché anche la Finmare aspetta dei lumi, per quanto mi risulta, dal Governo) di dare una risposta definitiva per capire se almeno queste due aziende si vogliono o non si vogliono privatizzare.

CONCLUSIONI

Quali sono dunque i nostri obbiettivi principali?

Il primo, che la Camera dei Deputati approvi il disegno di legge sulla cantieristica già votato dal Senato.

Un secondo, che le due Camere approvino al più presto il disegno di legge sul Registro Internazionale.

Un terzo, che nel disegno di legge sull'autotrasporto venga modificata la norma che intende incentivare il trasporto via mare, studiando formule più idonee al raggiungimento del fine che ci si propone.

Un quarto, che si crei un tavolo sul cabotaggio per favorire un dialogo costruttivo fra le parti interessate, per prepararsi al processo di liberalizzazione e per avere regole comuni a pubblico e privato, anche nell'ottica di una futura privatizzazione.

Un quinto, che venga portata a termine la riforma dei porti, riformulando, senza dannose guerre di religione, la normativa palesemente in contrasto con le norme comunitarie e dell'Antitrust.

Un sesto, che si continui a portare avanti il processo di rinnovamento della formazione della gente di mare e del suo continuo aggiornamento e specializzazione.

Un settimo, che si dia luogo all'attesa riforma del Ministero dei Trasporti, dando alle attività marittime la dignità e la funzionalità che le competono. Il problema non è di persone bensì di organizzazione ed è per questo che chiediamo che sia questo stesso vertice a creare una struttura specifica e specializzata per il nostro settore.

Vorrei concludere questo intervento citando una frase del genovese Giorgio Doria, che un consigliere mi ha mandato qualche settimana fa, tratta da un libro intitolato "La marineria genovese" e che trovo inquadri in maniera molto puntuale, il lavoro dell'armatore. Dice Giorgio Doria:

"Chi lavora o crea il suo business sul mare opera in un contesto ostile e pericoloso e non solo a causa delle tempeste. Per affermarsi ed ottenere successo sono necessarie grandi doti : notevole coraggio, spirito di iniziativa, amore per l'avventura, collaudata professionalità, conoscenza profonda della tecnologia e decisa capacità di creare l'innovazione.

Se è difficile ottenere questo mix, è ancora più arduo conservarlo nel tempo.

Basta un piccolo cedimento per essere rapidamente emarginati, perché non c'è forse ambiente nel quale da sempre la competizione sia stata così diffusa, vivace ed imprevedibile.

E' una sfida all'intelligenza umana che i discendenti degli antichi navigatori sapranno raccogliere solo se avranno la grinta dei loro avi."

Noi non abbiamo la presunzione di essere particolarmente intelligenti, ma la presunzione di avere grinta, quella sì, l'abbiamo.

Noi ci impegneremo dunque a fondo per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati e abbiamo oggi annunciato.

Ma siamo coscienti che non possiamo farlo da soli, abbiamo bisogno che tutto il Paese, il Parlamento, il Governo, i Sindacati, le Istituzioni finanziarie, i mss-media comprendano,e soprattutto condividano,l'importanza del nostro settore per l'economia di questo Paese.

Allora e solo allora, con il contributo ( noncon i contributi ) del Paese e delle sue Istituzioni e la volontà di noi Industriali del mare, potremo avere una marineria all'altezza delle nostre potenzialità e, soprattutto, delle reali necessità dell'Italia.

Grazie.

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Approved the consuntive budget 2023 of the AdSP of the South Tyrrhenic and Ionian
Joy Tauro
May 6 meeting at MIT on the future of the Gioia Tauro Port Agency
The 2023 budget of the East Ligure Sea AdSP shows a primary surplus of six million
The Spezia
In the year new investments of around 17 million euros
Cargotec's quarterly net profit to 81.2 million (+ 11.8%)
Helsinki
In the first three months of 2024, revenues fell by -1.7% percent.
The negative trend of the economic performance of the ONE continues, less marked.
The negative trend of the economic performance of the ONE continues, less marked.
Singapore
In the first three months of 2024 the goods in containers carried by the fleet increased by 15.6%
The Genovese Messina has taken delivery of the largest ship in its fleet
Genoa
The "Jolly Verde" is a 6,300-teu container ship
The inclusion of the Civitavecchia port in the Core network of the TEN-T network is final.
Cyvitavecchia
On Wednesday the OK of the European Parliament
In 2023 the goods transported by Rail Cargo Group decreased by -11%
Vienna
Revenue in decline of -1.8%
Sustained quarterly growth of new orders acquired by Wärtsilä
Helsinki
In the first three months of this year, the group's revenues fell by -9.8% percent.
DIS orders two more new tankers LR1
Luxamburgo
New commits at the Jiangsu New Yangzi Shipbuilding Co.
An MSC container ship targeted with missiles and drones in the Gulf of Aden
San'a ' /Portsmouth
No damage to the ship and crew
Approved the consuntive budget 2023 of the Central Adriatic AdSP
Ancona
In the first quarter of 2024 the orders of port means produced by Konecranes fell by -51.6%
Hyvinkää
Grimaldi has taken delivery of the multipurpose ro-ro Great Abidjan
Naples
It is the fourth of six class ships "G5"
Baltimore attributes to owner and operator of the ship Dali the blame for the collapse of the Key Bridge
Baltimore
They would have been established dysfunction to the power supply on board that would cause a blackout
Grimaldi and IMAT have renewed the five-year agreement for the training of crews
Castel Volturno
Focus on new technologies installed on board ships
The quarterly economic performance of DSV is still declining
Hedehusene
In the first quarter of this year, the value of net profit decreased by -27.2%
Approved the consuntive budget 2023 of the AdSP of the Sardinia Sea
Cagliari
An administration surplus of 530 million euros, of which more than 475 tied for works in progress
US imports of dangerous goods have been penalized during the pandemic.
Washington
Survey by the Government Accountability Office
In 2023 CEPIM-Parma's Interport recorded a growth of 6.8% of the value of production
Bianconese of Fontevivo
Net profit di788mila euro (+ 223.2%)
PORTS
Italian Ports:
Ancona Genoa Ravenna
Augusta Gioia Tauro Salerno
Bari La Spezia Savona
Brindisi Leghorn Taranto
Cagliari Naples Trapani
Carrara Palermo Trieste
Civitavecchia Piombino Venice
Italian Interports: list World Ports: map
DATABASE
ShipownersShipbuilding and Shiprepairing Yards
ForwardersShip Suppliers
Shipping AgentsTruckers
MEETINGS
Tomorrow in Livorno a conference on the history of the city port
Livorno
It will be talked about architecture, trade and politics between the XVI and the twentieth century
On April 11, the sixth edition of the "Italian Port Days" will begin.
Rome
Also this year the project has been divided into two sessions : the first in the spring and the second from September 20 to October 20
››› Meetings File
PRESS REVIEW
Iran says MSC Aries vessel seized for 'violating maritime laws'
(Reuters)
Le transport maritime national navigue à vue
(Aujourd'hui Le Maroc)
››› Press Review File
FORUM of Shipping
and Logistics
Relazione del presidente Mario Mattioli
Roma, 27 ottobre 2023
››› File
In the first quarter of 2024, UPS Group revenues fell by -5.3%
Atlanta
Net profit down -41.3%
Grendi has perfected the purchase of the ship Wedellsborg
Milan
It will be renamed with the name of "Grenching Futura"
Grimaldi consolidates its presence in China with new headquarters in Shanghai
Naples / Shanghai
Inaugurates the offices of the Grimaldi Shipping Agency Shanghai
Approved the 2023 consuntive budget of the Western Ligure Sea AdSP
Genoa
The new endowment of the institution's organic plant provides for 50 hires, including three managerial positions
First plant for the distribution of LNG and GNC to vehicles in the port of La Spezia
The Spezia
It has been installed in Stagnoni locations
Agreement between MSC, MSC Foundation and Mercy Ships for the construction of a new hospital ship
Geneva / Lindale
Tomorrow in Livorno a conference on the history of the city port
Livorno
It will be talked about architecture, trade and politics between the XVI and the twentieth century
Agreement Assshipowners-ITS Academy G. Caboto for training in the maritime, port and logistics sectors
Rome
In the first quarter of 2024, the port of Algeciras handled 1.2 million containers (+ 8.1%)
Algeciras
The traffic in overall goods increased by 3.3%
In the first three months of this year in Valencia, container port traffic grew by 12.1% percent.
Valencia
In March, the increase was 15.7% percent.
The Spezia and Carrara try to break down the bell towers and solicit cooperation at the ports of Genoa and Savona
The Spezia
Abstract : It is necessary to present itself in the market as a coordinated system
Switzerland and Switzerland cut trade between Italy and Switzerland.
Bern
In the first three months of the 2024 decline in Swiss exports. Stable imports
Port of Naples, striking of the fast ferry Island of Procida against a quay
Naples
About thirty minor injuries among passengers
Summoned for April 23 a meeting at MIT on former TCT port workers
Taranto
The unions had requested clarification on the future of the 330 members of the Taranto Port Workers Agency.
The outer Levant dock of the Arbatax port has returned fully operational
Cagliari
In August 2020 he had been shouted by the ferry "Bithia"
The Port of Los Angeles closed the first quarter with a 29.6% percent growth in container traffic
Los Angeles
Expected a continuation of the positive trend
Stable the value of ABB's revenues in the first quarter
Zurich
The new orders are down -5.0% percent. At the end of July Rosengren will leave the CEO position in Wierod
The crisis of the Cooperative Sole Workers of Porto Flavio Gioia officialized at institutions and trade unions
Salerno
USB Mare and Porti, what's going on in the port of Salerno is the result of pressure from shipowners
Euronav sells its own ship management company to Anglo-Eastern
Antwerp / Hong Kong
Manages the fleet of tanker ships of the Antwerp company
Genoa Shipbuilding Industries has acquired a submersible barge of the cargo capacity of 14,000 tonnes
Genoa
It can also be employed as a floating basin for the varo of artifacts up to 9,800 tons
Venice Cold Stores & Logistics obtains the qualification of tax warehouse for wines and sparkling
Venice
Extension of the services offered to companies in the wine sector
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genoa - ITALY
phone: +39.010.2462122, fax: +39.010.2516768, e-mail
VAT number: 03532950106
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Editor in chief: Bruno Bellio
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