Autorità Portuale di Genova 
Piano Operativo Triennale 2008-2010
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INDICE
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	- Programma di mandato - documento di sintesi
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	- 1) Il Piano operativo triennale che viene qui presentato
	costituisce un importante adempimento previsto dalla legge
	istitutiva dell'Autorità portuale, ma intende anche
	rappresentare il “programma di mandato” con il quale
	condividere gli obiettivi, il metodo di lavoro e le azioni da
	sviluppare nei prossimi quattro anni.
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	- Siamo tutti consapevoli di dover uscire da una fase per molti
	versi emergenziale, nella quale tuttavia non ci si può
	limitare ad inseguire i problemi che l'emergenza ci pone di fronte
	ogni giorno con effetti esponenziali che rischiano di fare corto
	circuito.
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	- Occorre rimettere al centro dell'azione quotidiana il progetto
	di sviluppo del porto di Genova, fatto di traguardi, di programmi e
	di regole di comportamento, in una parola di pianificazione, nel
	quale ciascuna componente della comunità portuale possa
	riconoscersi ed operare avendo a disposizione un quadro di
	riferimento condiviso, pur nella dialettica dei diversi interessi
	che caratterizzano la nostra realtà portuale.
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	- 2) Il porto di Genova si è sviluppato attraverso fasi
	storico-economico-sociali che, per gli aspetti normativi, sono state
	accompagnate da leggi speciali.
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	- Infatti si è passati dal porto-emporio governato dal
	Consorzio Autonomo del Porto al porto-porta affidato alla
	pianificazione ed al controllo della Autorità Portuale.
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	- L'attuale fase economica, caratterizzata dalla globalizzazione
	degli scambi e dalla rilevanza del trasporto, sembra rendere
	necessario un diverso (rispetto ai precedenti) modello di
	riferimento portuale che si può definire il porto-esteso.
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	- Tenuto conto del contesto competitivo nel quale le portualità
	sono costrette ad operare, e del quadro infrastrutturale tracciato
	dalla U.E. con le reti TEN-T, appare logico riflettere su modelli
	più evoluti di portualità, comunque utili per
	cogliere, con la necessaria tempestività, le evoluzioni dei
	mercati e le relative esigenze.
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	- 3) Gli scenari macroeconomici presentano un insieme di incognite
	che, anche rispetto alle analisi più recenti, richiedono una
	sempre maggiore attenzione e valutazioni aggiornate circa gli
	effetti che le tendenze al ribasso delle prospettive di crescita ed
	al rialzo dei tassi di inflazione possono indurre sugli scambi
	commerciali e quindi sui traffici marittimi.
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	- Nelle pagine che seguono verranno sintetizzati i principali
	indicatori da tenere sotto controllo ai fini dell'aggiornamento del
	quadro macroeconomico. Va sottolineato al riguardo come risulti
	sempre più importante per l'autorità portuale lo
	sviluppo di una specifica attività volta alla conoscenza del
	mercato e dei suoi andamenti, da costruire anche attraverso
	l'acquisizione dei necessari contributi scientifici e da finalizzare
	in modo puntuale alla pianificazione delle azioni che debbono
	qualificare le funzioni dell'Ente.
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	- Anche in considerazione delle incognite presenti negli scenari
	macroeconomici internazionali, il quadro di riferimento che si
	intende proporre deve necessariamente ispirarsi a criteri di
	prudenza e di rigore, prendendo in esame tutti i punti di criticità
	che caratterizzano il contesto della portualità genovese allo
	scopo di poterli coerentemente aggredire in una logica di
	pianificazione di breve, medio e lungo termine.
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	- A questo scopo il presente documento riprende e aggiorna
	l'analisi sviluppata alla fine del 2007 nel Piano Operativo
	Triennale sul bilanciamento domanda/offerta nel settore dei traffici
	containerizzati, e introduce alcuni spunti di riflessione circa
	l'evoluzione dei traffici convenzionali e alla rinfusa.
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	- 4) Seguendo il metodo descritto, la matrice del presente
	“programma di mandato” si incentra su tre elementi
	principali:
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	- l'uso razionale e funzionale degli spazi portuali esistenti;
  
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	- la costruzione delle opere programmate in attuazione del Piano
	regolatore vigente;
  
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	- i nuovi strumenti di pianificazione. 
  
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- Il primo punto rappresenta il presupposto essenziale per il
	mantenimento in capo al porto di Genova della sua attuale quota di
	mercato, che a fronte di una concorrenza sempre più
	aggressiva si deve giocare sul piano del necessario recupero della
	capacità produttiva dello scalo a risorse invariate.
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	- Nel traguardare la sua espansione di medio periodo, il porto di
	Genova non può permettersi in questa fase situazioni di
	sottoutilizzo delle risorse esistenti, il cui impiego deve invece
	essere immediatamente massimizzato attraverso le più
	opportune revisioni degli assetti territoriali, delle infrastrutture
	ferroviarie e stradali e, conseguentemente, delle concessioni
	demaniali in atto.
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	- La recente grave crisi operativa del Terminal di Voltri, ed i
	provvedimenti adottati al riguardo dall'Autorità
	costituiscono in proposito un riferimento obbligato, in
	considerazione soprattutto della rilevanza che le risorse
	disponibili in quel Terminal rivestono per l'intero porto di Genova.
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	- Più in generale, la sfida che la pianificazione portuale
	ha davanti a sé in questi anni si misura sulla sua capacità
	di abbandonare una concezione tradizionale e statica degli spazi
	portuali e di adottare il metodo, già sperimentato in altri
	scali, della cosiddetta port-cross velocity, che deve tradursi nel
	minor tempo possibile delle operazioni portuali, e principalmente
	delle soste, e nella velocità massima di trasferimento delle
	merci dal porto al suo hinterland, da conseguire attraverso la
	realizzazione di un sistema di accessibilità portuale
	incentrato sul trasporto ferroviario e su forti iniezioni di
	tecnologia, in grado di risolvere i conflitti fra il traffico
	portuale e quello cittadino.
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	- L'obiettivo, a questo riguardo, è in particolare quello
	di ridurre del 50 per cento i tempi medi di giacenza dei contenitori
	negli spazi portuali, che oggi si attestano attorno ai 15/20 giorni.
	Si tratta indubbiamente di un obiettivo ambizioso, che pone anche
	problemi di natura commerciale nei rapporti fra i Terminal e le
	Compagnie, ma concretamente perseguibile attraverso una coerente
	iniziativa che l'Autorità portuale è chiamata a
	tradurre in pratica dando priorità ai progetti di
	terminalizzazione retroportuale e di efficientamento del trasporto
	ferroviario delle merci.
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	- E' stato dimostrato che avendo a disposizione 250.000 mq di
	piazzali in regime di continuità doganale a 90 km di distanza
	dalle banchine portuali, efficientemente collegati da un sistema di
	navettamento ferroviario costituito da almeno 24 coppie di treni ai
	giorno, è possibile con le strutture attuali sviluppare un
	traffico aggiuntivo di circa 500.000 teu, equivalente ad un nuovo
	terminal portuale.
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	- Contemporaneamente, la scelta dell'uso intensivo della
	tecnologia deve permettere di informatizzare le procedure di accesso
	ai varchi e di prenotazione degli arrivi della merce nei terminal
	portuali, contribuendo anche in questo caso a ridurre in modo
	significativo i tempi di attesa e migliorando di conseguenza la
	performance complessiva del porto.
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	- L'opzione del ferro deve rappresentare la priorità
	assoluta e gli aumenti di traffico portuale, tendenzialmente, devono
	poter essere serviti dalla ferrovia. Rimane in ogni caso
	indispensabile migliorare nel contempo la logistica del trasporto su
	gomma di origine e destinazione portuale, sia attraverso la
	realizzazione di aree attrezzate per l'autotrasporto in prossimità
	del porto sia mediante il coordinamento informatico e telematico dei
	flussi documentali, da perseguire in collaborazione con la Dogana,
	gli spedizionieri del porto di Genova e gli operatori portuali.
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	- Indispensabile risulta a questi fini la stretta integrazione fra
	la pianificazione portuale, da un lato, e la pianificazione delle
	infrastrutture per la mobilità urbana, dall'altro, con
	l'obiettivo di individuare coerenti soluzioni in grado di separare
	efficacemente i due flussi di traffico e di migliorare sensibilmente
	i livelli di sostenibilità dei traffici portuali. I recenti
	accordi sottoscritti in materia di viabilità con Anas, Comune
	e Società per Cornigliano, sotto l'egida della Regione, vanno
	senza dubbio in questa direzione e l'impegno di Autorità
	portuale è quello di assicurarne una coerente attuazione
	attraverso la realizzazione degli interventi di propria competenza.
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	- La costruzione delle nuove opere già previste dal piano
	regolatore, da affrontare con un grande impegno organizzativo
	finalizzato ad imprimere la necessaria accelerazione all'attuazione
	dei relativi lavori, e la predisposizione dei nuovi strumenti di
	piano in grado di assicurare una coerente proiezione del porto di
	Genova nello scenario di medio e di lungo periodo, costituiscono gli
	altri punti chiave del progetto.
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	- Il loro sviluppo, per la rilevanza che essi hanno sul futuro del
	porto, può trovare nelle esperienze passate un utile spunto
	di riflessione. Genova è stata un laboratorio di idee e di
	progetti, frutto del lavoro di ricerca dell'ILRES negli anni 70 e
	della Regione con Italimpianti e con Snamprogetti negli anni 80 e 90
	sino ai più recenti e qualificati contributi: sono esperienze
	di grande valore emblematico il cui significato culturale merita di
	essere ripreso, anche per non rimanere troppo indietro rispetto agli
	altri grandi porti europei nei quali la pianificazione e la
	realizzazione delle opere viene studiata e affinata in tutti i suoi
	molteplici aspetti sotto il profilo tecnico e scientifico, prima di
	diventare oggetto di decisione politico-amministrativa. Sarebbe
	quindi molto importante, su questi temi, poter dar vita ad una nuova
	stagione di “rinascimento portuale” - dopo quella
	avviata nella fase di impostazione del primo piano regolatore -
	capace di dare impulso culturale e scientifico agli studi, alle
	ricerche ed ai progetti che devono essere correttamente posti a base
	della elaborazione degli strumenti di pianificazione, essenziali per
	le stesse prospettive di sviluppo del porto. Penso alle relazioni
	che il porto potrebbe al riguardo tessere con le competenze
	tecnico-economiche, di ingegneria delle opere marittime, di
	urbanistica e di architettura, di economia del trasporto e della
	logistica, promuovendo sul tema della pianificazione e dello
	sviluppo portuale una operazione di tipo “culturale”
	aperta a personalità autorevoli del mondo accademico,
	scientifico ed industriale ma capace anche di formare le nuove leve
	dell'Autorità Portuale di domani.
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	- La questione centrale, in questo caso, è quella di
	evitare contrapposizioni ideologiche fra le nuove opere che sono
	necessarie allo sviluppo del porto, da un lato, ed il contesto
	urbano nel quale esse si debbono inserire, dall'altro, e di
	progettare quindi l'espansione dei benefici economici e sociali del
	porto sulla base di parametri scientificamente validati di
	sostenibilità, come del resto è prassi abituale nelle
	altre realtà europee, da porre al servizio delle scelte
	strategiche dei decisori istituzionali.
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	- Il lavoro avviato dall'Amministrazione comunale per la
	revisione dello strumento urbanistico della città, con la
	costituzione dell'“urban lab”, costituisce in questo
	contesto un punto di riferimento importante che può tra
	l'altro favorire la ripresa di un coerente progetto di integrazione
	porto-città.
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	- 5) La matrice del programma, come sopra descritta nei suoi tre
	elementi fondamentali, trova il suo naturale sviluppo in un insieme
	di azioni e di linee di indirizzo che intendono
	rappresentare la griglia di riferimento dei programmi attuativi e
	degli specifici provvedimenti da sottoporre di volta in volta
	all'esame del Comitato portuale.
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	- Per una migliore guida alla lettura, viene qui di seguito
	fornita una sintesi delle azioni proposte.
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	- Azioni per la valorizzazione del territorio demaniale, da
	sviluppare in riferimento sia allo stato delle “grandi
	concessioni” in atto (articolo 18 L. 84/94), attraverso
	l'impostazione di un nuovo accordo in aggiornamento dell'accordo del
	1996 e con il monitoraggio dei piani di impresa da attuarsi sulla
	base di metodologie trasparenti e condivise, sia alle criticità
	rilevate nella gestione delle altre concessioni (articoli 36 e 45
	bis C.N.) con la predisposizione di uno specifico regolamento volto
	alla semplificazione e razionalizzazione dei relativi procedimenti.
  
	 
 
	- Programmazione e attuazione delle opere e delle
	infrastrutture, da sviluppare in coordinato rapporto con i
	profili sopra indicati di gestione del territorio, nonché
	allo scopo di poter massimizzare gli effetti degli investimenti
	pubblici in combinazione con quelli privati previsti dai
	concessionari nei rispettivi piani di impresa. Questa azione deve
	altresì contemplare la validazione dei progetti ed un
	costante monitoraggio dei programmi attuativi, in termini di tempi e
	costi di attuazione delle opere programmate.
  
	 
 
	- Azioni a sostegno del distretto industriale, finalizzate
	ad assicurare lo sviluppo di questo settore strategico dell'economia
	genovese e ligure e la sua compatibilità con le altre
	funzioni insediate nelle aree contigue agli stabilimenti
	industriali.
  
	 
 
	- Attuazione dei programmi per il retroporto e per la
	logistica, da svilupparsi parallelamente ai programmi di
	potenziamento dei servizi ferroviari, nonché agli interventi
	di informatizzazione dei flussi documentali delle merci e di
	infomobilità.
  
	 
 
	- Adeguamento e Sviluppo dell'organizzazione del lavoro
	portuale, da attuarsi attraverso i necessari approfondimenti su
	parametri e regole di riferimento da applicarsi ai rapporti fra i
	lavoratori delle imprese concessionarie/autorizzate e le Compagnie
	Portuali, nonché mediante azioni volte ad implementare i
	livelli di sicurezza del lavoro e la formazione continua nelle
	diverse tipologie lavorative.
  
	 
 
	- Riorganizzazione del ciclo operativo portuale da
	perseguire attraverso l'introduzione di regole operative e requisiti
	prestazionali e la valorizzazione degli strumenti di coordinamento
	e collaborazione con le Amministrazioni presenti in porto,
	preposte allo svolgimento di attività di controllo e di
	servizio, sulla base delle indicazioni contenute nella Carta dei
	Servizi messa a disposizione dall'Associazione Spedizionieri, da
	tradurre in appositi protocolli di relazione.
  
	 
 
	- Riassetto delle partecipazioni detenute da Autorità
	Portuale di Genova in società di capitali, da perseguire
	attraverso la dismissione delle quote non compatibili con il ruolo e
	le funzioni dell'Ente, in conformità a principi di
	trasparenza e di evidenza pubblica, oltre che di valorizzazione
	patrimoniale, sulla base di una puntuale ricognizione dello stato
	attuale e prospettico, con riferimento prioritario alle situazioni
	di Aeroporto di Genova, Stazioni Marittime ed Ente Bacini. Nello
	stesso contesto ci si propone altresì di valutare
	attentamente la collocazione di Finporto e dei relativi rapporti in
	atto con Autorità Portuale di Genova, per verificarne la
	coerenza e la compatibilità con l'assetto organizzativo e
	funzionale dell'Ente.
  
	 
 
	- Linee di indirizzo per l'organizzazione interna, da
	attuarsi attraverso l'adeguamento dell'organizzazione dell'Ente al
	fine di pervenire ad un modello funzionale alle esigenze e alle
	attese dell'Autorità portuale e del porto.
  
 
PIANO OPERATIVO TRIENNALE 2008 - 2010
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