- Studio
	Eurispes
- 
	
 
	 
	 
	- Cagliari,
	Gioia Tauro e Taranto: 60 milioni di euro in 5 anni per salvare più
	di 9.000 posti di lavoro a rischio
- 
	
 
	 
	- Settembre 2010
- 
      
	 
	 
	 
	 
	- IL
	CONTESTO COMPETITIVO DEI PORTI DI TRANSHIPMENT NEL MEDITERRANEO
- 
	
 
	 
	- Il trasbordo di
	contenitori da grandi navi a piccole/medie navi o da grandi navi ad
	altre di analoghe dimensioni (transhipment), rappresenta una
	modalità organizzativa per ridurre il costo per unità
	trasportata in un contesto di grande sviluppo dei volumi scambiati
	tra i diversi paesi del mondo, con il vantaggio aggiuntivo di creare
	una rete di connessione tra un numero pressoché infinito di
	porti e favorendo altresì la crescita dei porti di
	destinazione finale attraverso i servizi feeder (navi di
	dimensioni minori).
- 
	
 
	
	
	
	
	
	
	
	| 
	
	1
	
	 | 
	
	
	Quota di transhipment superiore al 75% del traffico containerizzato
	
	 | 
	 
	 
	 | 
	 
	 
	 | 
	 
	  
	
	- Nell'area dei
	Mediterraneo, tali vantaggi economici e le relative economie di
	scala hanno favorito, nell'ultimo decennio un significativo
	incremento del traffico di trasbordo merci nei porti di puro
	transhipment1 (o hub), aumentato complessivamente del
	46,5% tra il 2004 e il 2008 (da 9,7 a 14,3 milioni di TEU) e del
	10% su base media annua.
- 
	
 
	 
	- GRAFICO 1
- 
	
 
	- Traffico
	di trasbordo movimentati dai principali porti di puro transhipment
	del Mediterraneo Mediterraneo
 Anni 2004-2008- 
	Valori
	assoluti (migliaia di TEU) e percentuali
- 
	
 
	 
	 
	 
	- Contestualmente
	all'incremento del traffico di trasbordo di contenitori nei porti di
	puro transhipment il posizionamento dei singoli competitors
	nel mercato di riferimento (che comprende l'intero bacino del
	Mediterraneo) è tuttavia radicalmente mutato:
- 
	
 
              
	- tra il 2004 e il
	2007, l'attività di trasbordo di contenitori nel porto di
	Port
	Said in Egitto ha registrato il più atto tasso di crescita
	del volume di traffico (da 865.000 a 2,7 milioni di TEU, +21,9%),
	seguito dal porto di Malta (da 1,4 a 1,9 milioni di TEU, +30,1%) e
	dal porto di Algeciras in Spagna (da 2,9 a 3,4 milioni di TEU). Nei
	porti di puro
	transhipment
	di Cagliari e Gioia Tauro, al contrario, l'incremento dei volumi di
	traffico è stato più modesto (rispettivamente +10,6%
	e +5,7%), mentre nel porto di. Taranto l'attività di
	trasbordo merci ha registrato una flessione dell'1% (da 763.000 a
	756.000 TEU);
  
	- nel 2008,
	contestualmente ad un ulteriore incremento del transhipment
	dei
	porti di Malta (da 1,9 a 2,3 milioni di TEU, +22%) e Port Said (da
	2,7 a 3,2 milioni di TEU, +15,6%) e alla piena operatività
	del porto di Tangeri in Marocco (914.000 TEU), il traffico di
	trasbordo merci nei porti di Taranto e Gioia Tauro è
	aumentato, rispettivamente del 4,1% (786.000 TEU) e dello 0,7% (3,4
	milioni di TEU), mentre il porto di Cagliari ha subìto una
	riduzione del 43,8% dei TEU movimentati.
  
	 
	- GRAFICO 2
- 
	
 
	- Traffico
	di trasbordo movimentati dai singoli porti di puro
	transhipment del
	Mediterraneo
 Anni
	2004-2008 Valorri assoluti (migliaia di TEU)- 
	
 
	 
	 
	- Le migliori
	performance di crescita dei porti di puro transhipment
	concorrenti
	e l'inserimento di nuovi competitors
	(Tangeri), si sono tradotte, quindi, in una perdita significativa di
	quote di mercato dei porti italiani di Gioia Tauro (dal 33,3% al
	24,2%), Taranto (dal 7,8% al 5,5%) e Cagliari (dal 5,1% al 2,1%) con
	un contestuale: incremento delle quote di mercato di Port Said
	(dall'8,8% al 22,3%) e Malta (dal 14,9% al 16,3%).
- 
	
 
	 
	- GRAFICO 3
- 
	
 
	- Traffico
	di trasbordo movimentato dai singoli porti di puro transshipment del
	Mediterraneo; quote di mercato
 Anni
	2004- 2008 Valori percentuali- 
	
 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	- LE
	RAGIONI DELLA PERDITA DI COMPETITIVITÀ DEI PORTI ITALIANI
- 
	
 
	 
	- La competitività
	dei porti di puro transhipment che operano nel Mediterraneo
	è riconducibile, anzitutto, alla loro vicinanza alla rotta
	ideale per il traffico marittimo di merci, ovvero dal Canale di Suez
	allo Stretto cli Gibilterra, perché consente di risparmiare
	diversi giorni di navigazione alle costose grandi navi.
- 
	
 
	- In questo senso, la
	collocazione geografica dei porti italiani di Gioia Tauro, Taranto,
	Cagliari è ottimale rispetto ai competitors
	stranieri.
- 
	
 
	- Tuttavia, la
	concorrenza tra i porti di puro transhiment è
	attualmente influenzata
	da una serie di disomogeneità, aggravate dagli effetti della
	crisi mondiale, che le hanno rese ormai insostenibili, da parte
	delle aziende che operano nei porti di Gioia Tauro, Taranto e
	Cagliari:
- 
	
 
                   
	- disomogeneità
	del costo dei lavoro. Il costo medio orario del lavoro nei porti
	di transhipment
	dell'Egitto e del Marocco è notevolmente inferiore rispetto a
	quello dei porti italiani. Il costo medio orario del lavoro di un
	operaio rilevato nel 2009 presso i terminal di transhipment
	italiani, è stato, infatti, di 22,1 euro, contro 3,1 euro del
	Marocco e 1,9 euro dell'Egitto (rispettivamente 7 e oltre 11 volte
	superiore al dato medio italiano). Differenze analoghe si registrano
	nel costo medio orario del lavoro di un impiegato, pari a 22,9 euro
	in Italia, 10,1 euro in Egitto e 7,1 euro in Marocco
	(rispettivamente 2,3 e 3,2 volte inferiore al dato medio italiano).
  
	 
	- TABELLA
	1
- 
	
 
	- Costo
	medio orario del lavoro nei porti di puro transhipment del
	Mediterraneo
 Anno 2009 Valori
	assoluti (euro)
	-  
     
	
		| 
			 Nazione  | 
		
			 Operai  | 
		
			 Impiegati  | 
	 
	
		| 
			 Italia  | 
		
			 22,1  | 
		
			 22,9  | 
	 
	
		| 
			 Marocco  | 
		
			 3,1  | 
		
			 7,1  | 
	 
	
		| 
			 Egitto  | 
		
			 1,9  | 
		
			 10,1  | 
	 
 
	Fonte:
	Elaborazione Eurispes
	
 
	- disomogeneità
	della tassazione sui vettori. Nelle fasi di start-up di progetti
	di sviluppo di attività di trasbordo merci (primi cinque
	anni), i profitti delle società che operano nei porti della
	costa nord-africana sono esenti da tassazione. Successivamente,
	sebbene applicata, la tassazione sui profitti risulta
	significativamente inferiore rispetto a quella italiana;
  
	- Costi operativi e
	infrastrutturali, accise sull'energia e sui carburanti,
	anch'essi
	superiori nei porti italiani rispetto ai principali competitors
	stranieri. Si consideri, a titolo esemplificativo, che nel porto di
	Gioia Tauro il costo totale per scalo (pilotaggio + rimorchio +
	ormeggio + tasse) per una nave di portata compresa tra 7.000 e 7.999
	TEU è pari al 25% in più rispetto a quello di Port
	Said e al 500% in più rispetto a quello di Malta;
  
	- normative a
	garanzia della sicurezza sul lavoro ed ambientale, molto meno
	stringenti in Marocco ed Egitto.
  
	- In un mercato distorto
	dalla persistenza delle sopra menzionate disomogeneità
	economico-normative, i porti sulla sponda africana del Mediterraneo,
	dove i costi di gestione (personale, concessioni, energia) e fiscali
	(tasse di ancoraggio e rimorchio) sono inferiori, rappresentano,
	quindi, una alternativa meno efficiente, ma economicamente più
	conveniente, per le grandi compagnie di navigazione.
- 
	
 
	- Per quest'ultime,
	l'esigenza dell'abbattimento dei costi di gestione e fiscali, anche
	a discapito della qualità e dell'efficienza del servizio
	offerto e della sicurezza del lavoro ed ambientale, si trasforma,
	inevitabilmente, in una priorità assoluta in periodi di
	ridimensionamento dei volumi di traffico.
- 
	
 
	 
	 
	 
	 
	- GLI
	EFFETTI DELLA CRISI SUL SETTORE E LE PROSPETTIVE FUTURE
- 
	
 
	 
	- La crisi di fiducia e
	l'incertezza che hanno colpito i mercati globali negli ultimi
	anni, per effetto della crisi finanziaria internazionale, sono tra
	le cause principali del repentino ed eccezionale calo dei traffici
	di import-export registrato tra la fine del 2008 e l'inizio dei 2009
	(oltre 1/5 nei primi 11 paesi del mondo per attività di
	commercio con l'estero).
- 
	Nella sola Unione europea,
	il valore complessivo delle esportazioni di beni nel
	2009 è diminuito del 16,2% rispetto ai 2008 (da 1.307 a 1.094
	miliardi di euro), mentre quello delle importazioni ha registrato
	una flessione del 23,3% (da 1.565 a 1.200 miliardi di euro).
- 
	
 
	 
	- GRAFICO
	4
- 
	 
	
- Commercio
	estero dei paesi dell'Unione europea: valore delle importazioni e
	delle esportazioni
 Anni
	2008-2009 Valori assoluti (miliardi di euro) e percentuali- 
	
 
	 
	 
	- Il settore armatoriale
	e il traffico delle merci da e verso i principali porti europei
	hanno fortemente risentito della crisi economica globale,
	registrando un significativo e generalizzato decremento dei volumi
	di traffico (-9% Rotterdam, -15% Antwerp, -28% Amburgo) e la
	conseguente riduzione dei noli per il trasporto dei contenitori e
	cancellazione di tratte commerciali.
- 
	
 
	- In particolare, il
	volume di merci movimentate dai porti di puro transhipment
	del Mediterraneo, che nel corso degli anni antecedenti alla crisi
	aveva manifestato segnali di un rapido sviluppo, ha registrato nel
	2009 un calo dello 0,8'% (da 14,3 a 14,2 milioni di TEU).
- 
	
 
	- Tra il 2008 e il 2009,
	non tutti i competitors hanno, tuttavia, risentito allo
	stesso
	modo degli effetti della crisi finanziaria ed economica mondiale:
- 
	
 
                    
	- alcuni dei principali
	porti di puro transhipment della sponda sud del Mediterraneo
	non sono stati colpiti dalla crisi. In particolare, il traffico dei
	porti di Port Said (Egitto) e Malta sono rimasti sostanzialmente
	invariati (e nel caso di Malta il traffico ha raggiunto la capacità
	teorica massima di movimentazione) mentre il traffico del nuovo
	porto di Tangeri, operativo dal settembre 2007, è persino
	aumentato del 35% in un anno;
  
	- il traffico di
	trasbordo del porto di Cagliari, dopo il forte calo registrato nel
	biennio 2007/2008 (-43% dei ‘TEU movimentati) è tornato
	a crescere nel corso del 2009, superando i 755.000 TEU movimentati
	(+145,8% rispetto al 2008);
  
	- nel porto di Gioia
	Tauro e in quello di Taranto, l'attività di transhipment
	è diminuita, rispettivamente, del 17,6% (da 3,4 a 2,8 milioni
	di TEU) e del 5,8% (da 786.000 a 741.000 TEU).
  
	 
	TABELLA
	2
	 
	Traffico
	di trasbordo movimentato dai singoli porti di puro
	transhipment del Mediterraneo Anni
	2008-2009 Valori assoluti (TEU)
	 
	
		| 
			 Porti  | 
		
			 2008  | 
		
			 2009  | 
		
			 Var.
			%  | 
	 
	
		| 
			 Algeciras  | 
		
			 3.324.310  | 
		
			 3.042.859  | 
		
			 -8,47  | 
	 
	
		| 
			 Malta  | 
		
			 2.334.182  | 
		
			 2.330.000  | 
		
			 -0,18  | 
	 
	
		| 
			 Gioia
			Tauro  | 
		
			 3.467.772  | 
		
			 2.857.000  | 
		
			 -17,60  | 
	 
	
		| 
			 Taranto  | 
		
			 786.655  | 
		
			 741.000  | 
		
			 -5,75  | 
	 
	
		| 
			 Cagliari  | 
		
			 307.527  | 
		
			 755.900  | 
		
			 145,80  | 
	 
	
		| 
			 Port
			Said  | 
		
			 3.202.000  | 
		
			 3.258.000  | 
		
			 1,75  | 
	 
	
		| 
			 Tangeri  | 
		
			 914.000  | 
		
			 1.240.000  | 
		
			 35,67  | 
	 
	
		| 
			 Totale  | 
		
			 14.336.446  | 
		
			 14.225.559  | 
		
			 -0,77  | 
	 
 
	Fonte:
	Elaborazione Eurispes
	 
	 
	 
	Il contesto
	competitivo dell'attività di transhipment nel
	Mediterraneo ha visto,
	quindi, ulteriormente rafforzato il ruolo dei porti dell'Egitto e
	del Marocco, privilegiati dalle grandi compagnie di navigazione
	rispetto ai porti italiani (in particolare Taranto e Gioia Tauro),
	in quanto capaci di offrire soluzioni a basso costo con la
	possibilità di arginare le gravi perdite (quantificate per il
	2009 in 22 miliardi di dollari).
	 
	In una prospettiva di
	medio/lungo termine il riequilibrio tra domanda ed offerta
	di servizi portuali e conseguentemente l'incremento delle tariffe
	praticabili, la ricerca da parte delle Linee di navigazione di porti
	efficienti seppure a maggior costo relativo e, non ultimo,
	l'inserimento sulle tratte commerciali di 118 meganavi, dovrebbero
	favorire il riposizionamento competitivo dei porti italiani di Gioia
	Tauro, Taranto e Cagliari:
	 
	- l'incremento del
	traffico di trasbordo container nel Mediterraneo tra il 2010
	e il 2015 è stimato in circa 5 milioni di TEU (+25,2%);
  
	- il corrispondente
	incremento del traffico nei porti di puro transhipment è
	stimato in circa 1,7 milioni di TEU (+12,7%), con una quota di
	mercato costantemente superiore al 60% (69% nel 2010, 62,5% nel
	2015);
  
	- i tre porti italiani
	dovrebbero registrare un aumento del 13,5% (da 4,3 a 4,9
	milioni di TEU), mantenendo invariata la propria quota di mercato
	(31,3%).
  
	 
	- TABELLA 3
- 
	
 
	- Ipotesi
	sul tasso di crescita annua
	della movimentazione di trasbordo di merci nel Mediterraneo
 Anni
	2010-2015 Valori assoluti (TEU)- 
	
 
     
	
		| 
			 Anno  | 
		
			 Totale
			traffico (A)  | 
		
			 Porti puro
			transhipment (B)  | 
		
			 (B)
			/ (A)  | 
	 
	
		| 
			 2010  | 
		
			 20.000.000  | 
		
			 13.891.000  | 
		
			 69,5%  | 
	 
	
		| 
			 2011  | 
		
			 20.600.000  | 
		
			 14.307.730  | 
		
			 69,5%  | 
	 
	
		| 
			 2012  | 
		
			 21.630.000  | 
		
			 15.023.117  | 
		
			 69,5%  | 
	 
	
		| 
			 2013  | 
		
			 22.711.500  | 
		
			 14.194.688  | 
		
			 62,5%  | 
	 
	
		| 
			 2014  | 
		
			 23.847.075  | 
		
			 14.904.422  | 
		
			 62,5%  | 
	 
	
		| 
			 2015  | 
		
			 25.039.429  | 
		
			 15.649.643  | 
		
			 62,5%  | 
	 
 
	Fonte:
	Elaborazione Eurispes
	
	
	 Affinché il
	sopra menzionato riposizionamento competitivo
	possa concretizzarsi nel medio/lungo termine, è, tuttavia,
	indispensabile attuare nell'immediato futuro (prossimi 5 anni) una
	strategia di intervento volta a favorire una riduzione sostanziale
	del gap competitivo dei porti di puro
	transhipment
	italiani rispetto alla concorrenza estera.
	 
	Un'esigenza,
	quest'ultima che diviene ancor più prioritaria se si tiene
	conto dei
	nuovi investimenti in infrastrutture portuali di transhipment
	previsti nei paesi del Maghreb e che, secondo quanto dichiarato
	dalle autorità competenti, dovrebbero essere ultimati entro
	il 2015.
	 
	Il valore complessivo
	di tali investimenti supera, infatti, gli 8 miliardi di euro,
	con un conseguente incremento della capacità di
	movimentazione di trasbordo stimabile tra i 4,8 e i 10 milioni di
	TEU. In particolare:
	 
	- i maggiori
	investimenti (5 miliardi di euro) sono destinati alla realizzazione
	di nuovi terminal container nei porto di Tanger Med, che ne
	dovrebbero incrementare la capacità di trasbordo di 650.000
	TEU;
  
	- il nuovo terminai
	container del porto di Enfidha in Tunisia, che prevede un
	investimento complessivo di 1,4 miliardi di euro, avrà
	capacità di trasbordo di 1,3 milioni di TEU. È,
	inoltre, previsto l'ampliamento del porto di Tunis-Rades, con un
	investimento di 198 milioni di euro;
  
	- in Egitto, oltre
	all'ampliamento del terminal container del porto di Port Said
	(395 milioni di euro, con una capacità incrementale di
	trasbordo di 3,5 milioni di TEU), diverrà operativo il nuovo
	terminal container di Alessandria, che, con un investimento di 860
	milioni di euro, sarà in grado di movimentare 420.000 TEU.
  
	 
	- TABELLA
	4
- 
	
 
	- Nuovi
	investimenti in infrastrutture portuali di transhipment nei paesi
	del Maghreb
 Anni
	2010-2015 Valori assoluti (migliaia di euro)- 
	
 
     
	
		| 
			 Nazione  | 
		
			 Porto  | 
		
			 Intervento  | 
		
			 Investimenti  | 
	 
	
		| 
			 Marocco  | 
		
			 Tanger
			Med  | 
		
			 Nuovi
			terminal container  | 
		
			 5.000.000  | 
	 
	
		| 
			 Algeria  | 
		
			 Oran  | 
		
			 Costruzione
			nuova banchina  | 
		
			 496.000  | 
	 
	
		| 
			 Tunisia  | 
		
			 Tunis-Rades  | 
		
			 Ampliamento
			porto  | 
		
			 198.000  | 
	 
	
		| 
			 Enfidha  | 
		
			 Nuovo
			terminal container  | 
		
			 1.400.000  | 
	 
	
		| 
			 Egitto  | 
		
			 Alessandria  | 
		
			 Nuovo
			terminal container  | 
		
			 860.000  | 
	 
	
		| 
			 Port
			Said  | 
		
			 Espansione
			/ nuovo terminal container  | 
		
			 395.000  | 
	 
 
	Fonte:
	Elaborazione Eurispes
	
	  
	 
	TABELLA
	5
	 
	Incrementi
	di capacità di movimentazione di trasbordo dei porti nei
	paesi del Maghreb: valore dichiarato Anni
	2010-2015 Valori assoluti (TEU)
	 
	
		| 
			 Nazione  | 
		
			 Porto  | 
		
			 Intervento  | 
		
			 Investimenti  | 
	 
	
		| 
			 Marocco  | 
		
			 Tanger
			Med  | 
		
			 Nuovi
			terminal container  | 
		
			 650.000  | 
	 
	
		| 
			 Algeria  | 
		
			 Oran  | 
		
			 Costruzione
			nuova banchina  | 
		
			 350.000  | 
	 
	
		| 
			 Tunisia  | 
		
			 Enfidha  | 
		
			 Nuovo
			terminal container  | 
		
			 1.300.000  | 
	 
	
		| 
			 Egitto  | 
		
			 Alessandria  | 
		
			 Nuovo
			terminal container  | 
		
			 420.000  | 
	 
	
		| 
			 Damietta  | 
		
			 Nuovo
			terminal container  | 
		
			 1.000.000  | 
	 
	
		| 
			 Port
			Said  | 
		
			 Espansione
			/ nuovo terminal container  | 
		
			 3.500.000  | 
	 
 
	Fonte:
	Elaborazione Eurispes
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	PROPOSTE
	DI INTERVENTO PER RIEQULIBRARE IL GAP COMPETITIVO
	 
	Nel proseguo della
	trattazione verranno descritte tre diverse proposte di intervento
	la cui adozione, nell'immediato futuro, consentirebbe ai tre porti
	di puro
	transhipment
	di Gioia Tauro, Taranto e Cagliari di ridurre il gap competitivo
	rispetto ai principali competitors
	stranieri, assicurandone contestualmente la continuità
	produttiva e salvaguardandone l'impatto occupazionale ed economico
	generato a livello locale e nazionale.
	 
	Riduzione
	delle accise sui prodotti energetici utilizzati da mezzi operanti
	esclusivamente
	in aree portuali dei porti di trasbordo
	 
	La direttiva
	comunitaria del 27 ottobre 2003, recepita dalla legge n. 62 del 28
	aprile 2005, attribuisce agli Stati membri il potere di detassare i
	carburanti dei mezzi di trasporto «(...) destinati ad essere
	utilizzati al di fuori della rete stradale pubblica o che non hanno
	ricevuto un'autorizzazione a circolare prevalentemente sulla rete
	stradale pubblica (... )» (art.8, paragrafo 2).
	 
	L'esigenza di
	assicurare il buon funzionamento del mercato interno, che potrebbe
	essere seriamente compromesso in caso di una eccessiva
	differenziazione tra i livelli nazionali di tassazione, ha,
	tuttavia, motivato la decisione del Consiglio Europeo di fissare dei
	livelli minimi di tassazione per la maggior parte dei prodotti
	energetici, intendendosi per tassazione «(....) l'onere
	fiscale complessivo derivante dal cumulo di tutte le imposte
	indirette eccetto l'IVA, calcolate direttamente o indirettamente
	sulla quantità di prodotti energetici e di elettricità,
	all'atto dell'immissione in consumo (...)» (art.4, paragrafo
	2). In particolare, i livelli minimi di imposizione applicabili ai
	carburanti per motori utilizzati dai mezzi di trasporto di cui
	all'art. 8 par. 2 sono:
	- 
	21 euro per 1.000 litri
	per il gasolio;
 - 
	21 euro per 1.000 litri
	per il cherosene;
 - 
	41 euro per 1.000
	chilogrammi per il gpl;
 - 
	0,3 euro per gigajoule per
	il gas naturale.
  
	-  
	
 
	- TABELLA 6
- 
	
 
	- Livelli
	minimi di imposizione applicabili ai carburanti per motori
	(Direttiva 27/10/2003, art.8, paragrafo)
 Anno 2010 Valori
	assoluti- 
	
 
      
	
		| 
			 Anno  | 
		
			 Unità  | 
		
			 Imposizione minima  | 
	 
	
		| 
			 Gasolio  | 
		
			 euro
			per 1.000 litri  | 
		
			 21  | 
	 
	
		| 
			 Cherosene  | 
		
			 euro
			per 1.000 litri  | 
		
			 21  | 
	 
	
		| 
			 Gpl  | 
		
			 euro
			per 1.000 kg  | 
		
			 41  | 
	 
	
		| 
			 Gas
			naturale  | 
		
			 euro
			per gigajoule  | 
		
			 0,3  | 
	 
 
	Fonte:
	Elaborazione Eurispes
	
	
	 La sopra citata misura
	di riduzione delle accise sui prodotti energetici già
	largamente
	praticata in altri stati dell'Unione proprio nell'ottica di rendere
	competitivi i settori nazionali jnteressati (a partire dai porti),
	non ha ancora trovato un ampio riscontro in Italia (l'applicazione
	dell'agevolazione è solo parzialmente innovata dalle
	circolari n. 33/D e 5/D dell'Agenzia delle Dogane rispettivamente
	del 15 settembre 2006 e del 12 marzo 2010).
	 
	L'attuale accisa sul
	gasolio è, infatti, pari, a 0,423 euro per litro che, nel,
	caso specifico
	delle tre principali aziende che operano nei porti di puro
	transhipment
	di Gioia Tauro, Cagliari e Taranto (Medcenter Container Terminal,
	Cagliari International Container Terminal, Taranto Container
	Terminal) si traduce in un costo complessivo su base annua di 4,8
	milioni di euro.
	 
	La proposta di
	riduzione delle accise sui prodotti energetici utilizzati da mezzi
	operanti esclusivamente in aree portuali dei porti di puro
	transhipment
	ai livelli minimi previsti dalla normativa comunitaria (0,021 euro
	per litro), consentirebbe alle tre aziende sopra menzionate di
	sostenere minori costi annui per circa 4,5 milioni di euro (da 4,8
	milioni a 238.000 euro su base 2009).
	 
	 
	GRAFICO
	5
	 
	Effetti
	di una riduzione delle accise sul gasolio nei porti italiani di puro
	transhipment. Anno 2009 Valori assoluti
	 
	 
	 
	 
	Il conseguente
	miglioramento dell'equilibrio di bilancio degli operatori
	terminalisti
	le aiuterebbe a praticare politiche, tariffarie più adatte a
	consolidare gli attuali volumi di traffico e ridurre il gap
	competitivo con i principali competitors
	stranieri, con positive ricadute sia sociali che economiche.
	 
	 
	Fiscalizzazione
	del 45% dei contributi sociali a carica del datore di lavoro
	 
	Con riferimento al
	2009 è possibile rilevare come i contributi sociali, versati
	dalle
	tre grandi aziende che operano nei porti di puro
	transhipment
	italiani di Gioia Tauro, Taranto e Cagliari, quantificabili in circa
	l8 milioni di euro, incidono per oltre 1/3 sul monte salari lordo
	degli occupati diretti nel sistema economico locale (1.930 unità).
	 
	Un intervento
	temporaneo di riduzione al 55% dei valori attuali della
	contribuzione
	previdenziale ed assistenziale per la parte posta dalla legge a
	carico del datore di lavoro (fiscalizzazione del 45%) ridurrebbe di
	8,1 milioni di euro gli oneri previdenziali sostenuti dalle aziende
	su base 2009. In conseguenza dell'applicazione del CCNL rinnovato
	nel dicembre 2008, la stessa riduzione degli oneri sociali
	salirebbe, su base presuntiva, a 9 milioni di euro per il 2010, a
	9,5 milioni di euro per il 2011 e a 10,5 per il 2012.
	 
	 
	GRAFICO
	6
	 
	Effetti
	della fiscalizzazione del 45% dei contributi sociali a carico del
	datore di lavoro nei porti italiani di puro transhipment Anno
	2009 Valori assoluti
	 
	 
	 
	A fronte della
	fiscalizzazione del 45% dei valori attuali della contribuzione
	previdenziale
	ed assistenziale per la parte tosta dalla legge a carico del datore
	di lavoro, le aziende interessate rinuncerebbero, per lo stesso
	periodo, ai licenziamenti collettivi.
	 
	L'effetto positivo in
	termini di volumi di traffico che conseguirebbe all'intervento
	richiesto, potrebbe evitare che gli ammortizzatori sociali che ad
	oggi riguardano 646 dipendenti di Taranto e Gioia Tauro siano
	seguiti da procedure di mobilità assai più costose
	economicamente e socialmente.
	 
	 
	 
	Fruibilità
	dei crediti di imposta per gli investimenti in aree svantaggiate
	 
	Il decreto legge 3
	giugno 2008, n. 97, convertito in legge 2 agosto 2008, n. 129
	ha modificato le condizioni per l'accesso e la fruizione del credito
	di imposta per gli investimenti in aree svantaggiate, previsto
	dall'art. 1, commi da 271 a 279, della legge Finanziaria per il 2007
	(legge 27 dicembre 2006, n. 296).
	 
	L'originario
	automatismo della misura è: stato sostituito con un
	meccanismo di
	prenotazione-autorizzazione a seconda che l'investimento sia stato
	avviato prima o dopo il 3 giugno 2008 (data di entrata in vigore del
	Dl):
	- 
	per i progetti di
	investimento avviati prima del 3 giugno è stata prevista una
	corsia preferenziale di attribuzione delle risorse;
 - 
	per i progetti non ancora
	avviati al 3 giugno, invece, l'invio del formulario
	ha avuto, natura autorizzativa.
  
	- Contestualmente
	all'introduzione del duplice meccanismo di
	prenotazione-autorizzazione,
	è stato previsto lo stanziamento di complessivi 4,4 miliardi
	di euro per il periodo 2008-2015.
- 
	
 
	 
	- TABELLA
	7
- 
	 
	
- Stanziamenti
	complessivi credito di imposta per gli investimenti in aree
	svantaggiate
 Anni 2008-2015 Valori assoluti (milioni di
	euro) e percentuali- 
	
 
       
	
		| 
			 Anno  | 
		
			 V.A.  | 
		
			 %  | 
	 
	
		| 
			 2008  | 
		
			 63,9  | 
		
			 1,4  | 
	 
	
		| 
			 2009  | 
		
			 449,6  | 
		
			 10,0  | 
	 
	
		| 
			 2010  | 
		
			 725,0  | 
		
			 16,2  | 
	 
	
		| 
			 2011  | 
		
			 690,0  | 
		
			 15,4  | 
	 
	
		| 
			 2012  | 
		
			 707,0  | 
		
			 15,8  | 
	 
	
		| 
			 2013  | 
		
			 725,0  | 
		
			 16,2  | 
	 
	
		| 
			 2014  | 
		
			 742,0  | 
		
			 16,6  | 
	 
	
		| 
			 2015  | 
		
			 375,0  | 
		
			 8,4  | 
	 
	
		| 
			 Totale  | 
		
			 4.477,5  | 
		
			 100,0  | 
	 
 
	Fonte:
	Elaborazione Eurispes
	
	
	 L'attuale meccanismo
	di prenotazione-autorizzazione previsto dalla legge 2 agosto
	2008, n.129, è caratterizzato, tuttavia, da criticità
	che ne compromettono la fruibilità:
	 
	- il meccanismo di
	allocazione delle risorse stanziate per il credito di imposta
	per nuovi investimenti nei Sud si è basato sulla semplice
	comunicazione effettuata dalle imprese circa la programmazione
	dell'investimento da realizzare. L'amministrazione finanziaria ha,
	quindi, provveduto ad assegnare le risorse sulla base dell'ordine di
	arrivo delle comunicazioni e della pianificazione di realizzo
	dell'investimento comunicata dall'impresa, senza effettuare un esame
	di merito;
  
	- le imprese che hanno
	avviato gli investimenti prima del 3 giugno 2008, a
	differenza di quelle che li hanno avviati successivamente, non hanno
	vincoli di realizzazione nell'investimento comunicato. In altri
	termini, possono completare l'investimento entro il 31 dicembre
	2013, senza rispettare la pianificazione comunicata con l'invio del
	formulario, e non perdere l'attribuzione dei fondi assegnati;
  
	- la nuova disciplina di
	allocazione delle risorse non tiene conto della realizzazione
	effettiva dell'investimento che, invece, è condizione
	necessaria per la maturazione e l'utilizzazione del credito di
	imposta. È assai probabile, pertanto, che possano in futuro
	liberarsi delle risorse per la mancata realizzazione degli
	investimenti programmati e comunicati all'Agenzia dell'entrate in
	fase di prenotazione del credito;
  
	- le prenotazioni
	relative agli investimenti avviati prima del 3 giugno 2008
	hanno esaurito l'ammontare dei fondi stanziati fino al 2014. Di
	conseguenza, le risorse residue sarebbero del tutto insufficienti ad
	agevolare gli investimenti avviati successivamente a tale data;
  
	- la maggior parte delle
	imprese potranno utilizzare il credito di imposta ottenuto
	ben oltre il periodo di realizzazione dell'investimento, dati i
	ridotti stanziamenti previsti per i primi anni (63,9 milioni di
	euro per il 2008; 449,6 milioni di euro per il 2009).
  
	- Per migliorare la
	fruibilità dei crediti di imposta per gli investimenti in
	aree svantaggiate
	previsti dalla legge 2 agosto 2008, n.129, sarebbe necessario,
	anzitutto prevedere un meccanismo di monitoraggio degli
	investimenti effettivamente realizzati e del credito fruito, al fine
	di consentire la quantificazione delle risorse non utilizzate e
	reintegrare la dotazione finanziaria di tale misura.
- 
	
 
	- In particolare,
	analogamente a quanto previsto in precedenti edizioni del credito
	di imposta, potrebbe essere introdotto l'obbligo per le imprese di
	effettuare una apposita comunicazione, a pena di decadenza del
	beneficio, contenente i dati degli investimenti realizzati entro una
	certa data e l'ammontare dei credito di imposta.
- 
	
 
	- Il contenuto di tale
	comunicazione potrebbe comprendere la documentazione
	relativa alla tipologia e all'ammontare degli investimenti
	realizzati, ai dati identificativi dei contraenti con i quali si
	intrattengono rapporti necessari alla realizzazione degli
	investimenti, alla modalità di regolazione finanziaria delle
	spese, e ad ogni altro dato utile ai fini della ricognizione della
	avvenuta realizzazione degli investimenti.
- 
	
 
	- Per allocare le
	risorse che si renderanno disponibili, andrebbe poi previsto un
	meccanismo a “scorrimento” delle prenotazioni. In tal
	modo si consentirebbe:
 ai soggetti che hanno già ottenuto
	l'assenso, di fruire del credito di imposta in tempi più
	ravvicinati rispetto a quelli inizialmente assegnati
	dall'Amministrazione finanziaria e alle imprese cui era stata negata
	l'agevolazione, di poter nuovamente concorrere alla assegnazione dei
	fondi (secondo l'ordine di presentazione della originaria istanza).- 
	
 
	- Un'ulteriore proposta
	di intervento volto a migliorare la fruibilità dei crediti di
	imposta per gli investimenti in aree svantaggiate riguarda la
	cedibilità del credito assegnato.
- 
	
 
	- Nell'attuale contesto
	economico, caratterizzato da una diffusa carenza di liquidità
	e di credito bancario, risulta utile introdurre sistemi di
	smobilizzo e di anticipazione dei crediti di imposta maturati,
	assegnati ma non ancora fruibili.
- 
	
 
	- Riconoscere alle:
	imprese che hanno conseguito il diritto al credito di imposta
	la possibilità di averne una anticipata disponibilità
	rispetto all'anno di fruizione assegnato dall'Amministrazione
	finanziaria, conferirebbe alla misura agevolativa la sua piena
	efficacia di incentivo e sostegno agli investimenti.
- 
	
 
	- Tale misura non
	comporta oneri aggiuntivi per l'Erario. L'anticipazione sarebbe
	concessa dai sistema bancario sulla base di un protocollo di intesa,
	da siglare, tra Agenzia delle entrate, ABI e Confindustria, con il
	quale si conviene che le banche aderenti metteranno a disposizione
	delle imprese richiedenti un plafond annuale destinato
	all'acquisizione dei crediti di imposta per investimenti nelle aree
	svantaggiate.
- 
	
 
	 
	 
	 
	 
	- IMPATTO
	OCCUPAZIONALE ED ECONOMICO DEI PORTI DI PURO TRANSHIPMENT
	ITALIANI SUL SISTEMA LOCALE E NAZIONALE
- 
	
 
	-  
	
- Il rischio maggiore,
	in assenza degli interventi descritti nel precedente paragrafo,
	è che la perdita di competitività che i porti di puro
	transhipment
	italiani hanno manifestato negli ultimi anni, si traduca in un
	repentino calo dell'impatto occupazionale ed economico che essi sono
	in grado di generare a livello locale e nazionale.
- 
	
 
	- Relativamente ai
	primi, il numero di occupati nelle tre grandi aziende che operano
	nei porti di trasbordo di Gioia Tauro, Taranto e Cagliari, con
	riferimento al 2009 e al solo sistema economico locale, è
	pari a 5.331 unità tra lavoratori diretti (1.930 unità,
	36,2% del totale), indiretti (1.529 unità, 28,7% del totale)
	e indotti (1.872 unità, 35,1% del totale). In particolare:
                       
	- 
	la Medcenter Container
	Terminal (porto di Gioia Tauro) occupa 3.038 lavoratori,
	di: cui 1.100 diretti, 871 indiretti e i 1.067 indotti;
 - 
	la Taranto Container
	Terminal (porto di Taranto) occupa 1.657 lavoratori,
	di cui 600 diretti, 475 indiretti e 582 indotti;
 - 
	la Cagliari International
	Container Terminal (porto di Cagliari) occupa 635
	unità, di cui 230 diretti, 182 indiretti e 223 indotti.
  
	 
	- GRAFICO 7
- 
	
 
	- Occupati
	nelle tre grandi aziende che operano nei porti italiani di puro
	transhipment: sistema locale
 Anno 2009 Valori
	assoluti e percentuali- 
	
 
	 
	 
	 
	- GRAFICO 8
- 
	
 
	- Occupati
	indiretti, indotti e diretti nelle tre grandi aziende che operano
	nei porti italini di puro transhipment: sistema
	locale
 Anno 2009 Valori assoluti- 
	
 
	 
	 
	- Le stesse tre aziende
	occupano, nel sistema economico nazionale, ulteriori 3.921
	lavoratori, di cui il 57% riconducibili alla Medcenter Container
	Terminal (2.235 unità), il 31,1% alla Taranto Container
	Terminal e l'11,9% alla Cagliari Internationai Container Terminal
	(467 unità).
- 
	
 
	 
	- GRAFICO 9
- 
	
 
	- Occupati
	nelle tre grandi aziende che operano nei porti italini di puro
	transhipment:
	sistema nazionale
 Anno
	2009 Valori assoluti- 
	
 
	 
	 
	- Complessivamente, il
	numero di: occupati a rischio, tra diretti, indiretti e indotti
	nel sistema economico locale e nazionale, è, quindi,
	superiore alle 9.200 unità.
- 
	
 
	- L'impatto economico
	delle tre grandi aziende che operano nei porti italiani di
	puro
	transhipment
	è altrettanto significativo e stimabile in circa 213 milioni
	di euro con riferimento al 2009 e al solo sistema economico locale,
	di cui:
- 
	
 
                   
	- 132,8 milioni di euro
	(62,4% del totale) di salari, stipendi e TFR netti (grafico
	10). L'azienda con le maggiori spese per salari, stipendi e TFR
	netti corrisposti agli occupati locali è la Medcenter
	Container Terminal (74,4 milioni di euro, 56,3% del totale), seguita
	dalla Taranto Container Terminal (41,5 milioni di euro, 31,3% del
	totale) e dalla Cagliari International Container Terminal (16,6
	milioni di euro, 12,5% del totale). Il monte salari, stipendi e TFR
	netti delle tre aziende è prevalentemente destinato agli
	occupati locali dell'indotto (48,2 milioni di euro, 36,3% del
	totale) e, per i residui 84,6 milioni di euro, agli occupati locali
	diretti (45,2 milioni di euro, 34% del totale) e indiretti (39,4
	milioni di euro, 29,7% del totale);
  
	- 49,3 milioni di euro
	(23,2% del totale) di oneri sociali versati (grafico 12).
	L'azienda che nel 2009 ha sostenuto maggiori oneri sociali è
	la Medcenter Container Terminal (27,3 milioni di euro, 55,4% del
	totale), seguita dalla Taranto Container Terminal, con versamenti
	per 14,2 milioni di euro e dalla Cagliari International Container
	Terminal, con versamenti per 7,7 milioni di euro (29% e 15,6% del
	totale).
  
	- Complessivamente
	gli oneri sociali versati dalle tre aziende a favore degli occupati
	diretti e indotti è pari, rispettivamente, a 17,9 e 17,3
	milioni di euro, entrambi valori superiori rispetto a quanto
	versato, nello stesso anno, a favore degli occupati indiretti (14,1
	milioni di euro);
  
	- 30,9 milioni di euro
	(14,5 del totale) di imposte versate, dagli occupati (grafico
	13). I primi contribuenti, in termini di imposte versate all'erario,
	sono gli occupati diretti, indiretti e indotti della Medcenter
	Container Terminal (17,3 milioni di euro, 56,2% del totale), contro
	i 9,7 milioni di euro versati dagli occupati della Taranto Container
	Terminal (31,5% del totale) e i 3,8 milioni di euro versati dagli
	occupati della Cagliari International Container Terminal (12,3% del
	totale).
  
	 
	- GRAFICO 10
- 
	
 
	- Impatto
	economico delle tre grandi aziende che operano nei porti italiani di
	puro transhipment sul sitema locale
 Anno
	2009 Valori assoluti (milioni di euro) e percentuali- 
	
 
	 
	 
	 
	- GRAFICO 11
- 
	
 
	- Impatto
	economico delle tre grandi aziende che operano nei porti italiani di
	puro transhipment sul sitema locale: salari,
	stipenti, TFR netti
 Anno 2009 Valori assoluti (milioni di
	euro)- 
	
 
	 
	 
	 
	 
	- GRAFICO 12
- 
	
 
	- Impatto
	economico delle tre grandi aziende che operano nei porti italiani di
	puro transhipment sul sitema locale: oneri
	sociali versati
 Anno 2009 Valori assoluti (milioni di
	euro)- 
	
 
	 
	 
	 
	- GRAFICO 13
- 
	
 
	- Impatto
	economico delle tre grandi aziende che operano nei porti italiani di
	puro transhipment sul sitema locale: imposte
	versate dagli occupati
 Anno 2009 Valori assoluti (milioni
	di euro)- 
	
 
	 
	 
	 
	 
	 
	 
	- CONCLUSIONI
- 
	
 
	- Nell'ultimo decennio,
	il traffico di trasbordo nei porti di puro transhipment del
	Mediterraneo ha registrato un significativo e generalizzato
	incremento delle merci movimentate, contestualmente al quale il
	posizionamento dei singoli competitors
	nel mercato di riferimento è, tuttavia, radicalmente mutato.
- 
	Il vantaggio competitivo
	dei porti di Gioia Tauro, Taranto e Cagliari, riconducibile
	sia alla qualità e all'efficienza dei servizi di transhipment
	offerti alle compagnie di navigazione, sia alla loro localizzazione
	geografica (vicinanza alla rotta ideale per il traffico marittimo di
	merci, dal Canale di Suez allo Stretto di Gibilterra) non è
	più in grado di controbilanciare gli effetti distorsivi
	prodotti sul mercato dalla persistenza di forti disomogeneità
	economico-normative rispetto ad altri paesi del bacino del
	Mediterraneo.
- 
	
 
	- I minori costi di
	gestione e fiscali (personale, tassazione sui vettori, accise su
	energia e carburanti, tasse di ancoraggio e rimorchio) hanno,
	infatti, incentivato sempre più le grandi compagnie di
	navigazione a scegliete i porti della sponda africana del
	Mediterraneo (Egitto, Marocco) in quanto economicamente più
	vantaggiosi rispetto ai porti italiani.
- 
	 
	
- In una prospettiva di
	medio/lungo termine, il riequilibrio tra domanda ed offerta
	di servizi portuali, la ricerca da parte delle Linee di navigazione
	di porti efficienti seppure a maggior costo relativo e, non ultimo,
	l'inserimento sulle tratte commerciali di 118 meganavi, dovrebbero
	favorire il riposizionamento competitivo dei porti di Gioia Tauro,
	Taranto e Cagliari.
- 
	
 
	- Tale riposizionamento
	verrebbe, tuttavia, precluso qualora non si adottassero
	nell'immediato futuro, provvedimenti: che riducano l'attuale gap
	competitivo dei porti italiani rispetto ai principali competitors
	stranieri, assicurandone la continuità produttiva.
- 
	
 
	- In particolare, un
	duplice intervento di riduzione delle accise sui prodotti energetici
	utilizzati da mezzi operanti esclusivamente in aree portuali dei
	porti di trasbordo ai livelli minimi previsti a livello comunitario
	(0,021 euro per litro di gasolio) e di fiscalizzazione del 45% dei
	contributi sociali a carico dei datori di lavoro, comporterebbe un
	onere complessivo di circa 60 milioni di euro in cinque anni.
- 
	
 
	- I benefici per le
	aziende che operano nei tre porti italiani di puro transhipment
	e, più in generale, per l'intero sistema economico locale e
	nazionale, sarebbero, tuttavia, notevolmente superiori rispetto ai
	costi dei due ‘provvedimenti sopra descritti, in quanto:
- 
	
 
                                
	- verrebbe preservato l'
	impatto economico generato dalle attività portuali
	sull'economia
	del territorio che, con riferimento alle tre principali aziende che
	operano nei porti di Taranto, Gioia Tauro e Cagliari e al solo
	sistema locale, supera i 210 milioni di euro l'anno;
  
	- si eviterebbe che gli
	ammortizzatori sociali (che ad oggi riguardano oltre
	600 dipendenti di Taranto e Gioia Tauro) siano seguiti da procedure
	di mobilità del lavoro economicamente e socialmente più
	costose. Il numero di occupati a rischio, tra diretti, indiretti e
	indotti nel sistema economico locale e nazionale, è superiore
	alle 9.200 unità;
  
	- verrebbe
	garantita la continuità operativa e lo sviluppo economico ed
	occupazionale
	dei tre porti italiani di puro
	transhipment,
	realtà industriali di primaria importanza all'interno di
	contesti regionali fortemente svantaggiati, sia dal punto di vista
	economico (Pil pro-capite considerevolmente e costantemente
	inferiore al dato medio nazionale ed europeo) e occupazionale (tasso
	di disoccupazione media 2009 compreso tra il 23,8% della Calabria e
	il 27,5% della Sardegna nella fascia di età 15-64 anni, tra
	il 31,8% della Calabria e il 44,7% della Sardegna nella fascia di
	età 15-24 anni).
  
	
													 
												 |